Il palazzo Ducale di Sassuolo
Il seicentesco palazzo ducale trae origine da un precedente castello, detto comunemente Rocca, costruito nel 1458 da Borso d'Este, marchese di Ferrara e signore del luogo.
Il castello passò poi ai principi Pio, che nel 1609 lo cedettero a Cesare d'Este che aveva scelto Modena come capitale del ducato di Modena e Reggio dopo la perdita di Ferrara in favore di papa Clemente VIII. Il castello fu poi fatto trasformare in palazzo dal duca Francesco I d'Este, uomo colto e molto ambizioso che, nonostante l'esiguità del suo piccolo ducato, svolse un'attività politica di respiro europeo e volle che la sua corte potesse stare alla pari delle grandi corti d'Europa.
Per questo motivo volle trasformare il vecchio castello costruito a Modena dall'avo Obizzo d'Este nel grandioso Palazzo ducale opera dell'architetto Bartolomeo Avanzini (di Curio ?) consigliatogli dal Bernini, che gli farà lo stupendo ritratto marmoreo conservato oggi alla Galleria Estense di Modena con il ritratto a olio dello stesso duca del Velázquez (Bernini aveva ricevuto da Francesco I la richiesta di progettare lui stesso il palazzo, ma aveva rifiutato perché già impegnato col papa).
Francesco I, a cui Modena doveva anche la splendida villa delle Pentetorri, opera dell'architetto di corte Gaspare Vigarani, destinata agli ospiti del duca e distrutta completamente da un bombardamento durante l'ultima guerra, soddisfatto del progetto dell'Avanzini per il palazzo di Modena, gli affidò anche l'incarico di costruire al posto della vecchia Rocca di Sassuolo un ampio palazzo per la villeggiatura della corte (Sassuolo essendo situato ai piedi delle prime colline appenniniche ha un clima complessivamente migliore di quello di Modena per ciò che riguarda il tasso di umidità e le nebbie autunnali).
Durante l'occupazione napoleonica, fuggito il duca estense, il palazzo fu venduto al conte Carlo Amabile Demarzit Sahuguet d'Espagnac e subì diversi passaggi. Negli ultimi anni dell'Ottocento finì anche ad essere utilizzato da un salumificio e il grande parco del palazzo divenne un'azienda agricola. Per interessamento dell'allora principe ereditario Umberto di Savoia, fu acquisito dallo Stato ed assegnato all'Accademia militare di Modena che se ne servì parzialmente e saltuariamente per corsi speciali degli allievi ufficiali e come sede sussidiaria in caso di necessità.